Intervento di Giandiego Carastro

Giovedì, 6 Agosto, 2020
Buonasera iscritte ed iscritti, un saluto anche ai simpatizzanti.
 
Intervengo non solo come iscritto al circolo PD di Monte San Vito, ma anche come membro di  Progetto italia Progetto Europa, che ha sostenuto N. Zingaretti Segretario.
Mi sia concesso un preambolo: invito il circolo a sostenere il Segretario nazionale in questi mesi non facili per i partiti. Sappiamo che le indagini sociologiche indicano ancora troppo sfiducia civica verso i partiti, anche verso il PD.
Ma sappiamo che, anche con il contributo di PIPE; Zingaretti ha provato a dare una svolta per passare dal PD 1.0 al P 2.0.
La pandemia ha impedito di convocare l'atteso congresso delle idee.
Ma questo non ci esime dal sostenere il Segretario, da chi recentemente ne ha messo in dubbio la legittimità (v. il sindaco di Bergamo , Gori).
 
Tempo fa, in questa sede, c'era la foto della stretta di mano tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. Il PD deve molto a queste due figure: ha impostazione berlingueriana (cioé include cattolici, ebrei, laici, agnostici, altri credenti) ed ha una destinazione morotea (cioè il principio di non appagamento, il senso della dignità della politica che trasforma il proprio contesto, come con l'entrata del PSI al Governo negli anni 60 e l'appoggio esterno del PCI al Governo negli anni 70).
 
Venendo al punto odierno.
Il programma del centrosinistra dovrebbe misurarsi sui temi della sanità, del lavoro, della formazione, della partecipazione, dell'attenzione ai bambini, agli anziani, a chi è rimasto indietro.
"Marche miti, coraggiose, competenti". E' questa  la sintesi di ciò che vorrei fosse presente nel programma elettorale del centrosinistra.
La mitezza è un valore civico, da non confondere con la rassegnazione.
Il coraggio è proprio dei marchigiani che stanno cercando di uscire a testa alta dalla crisi finanziaria di Banca Marche e dalla crisi del terremoto.
La competenza è la valorizzazione di ciò che i marchigiani sanno fare al meglio: cultura, artigianato di pregio, soluzioni industriali  di PMI ad alto valore tecnologico.
 
Non sarà facile perché anche nelle Marche covano rancore, solitudine, rabbia.
Le Marche devono puntare sulla innovazione democratica per incanalare questi sentimenti, in un quadro costituzionale plurale e civile.
 
Tra i nomi per le liste,  ho potuto conoscere la competenza di  Antonio Mastrovincenzo ( nel campo della promozione della partecipazione e per la attenzione alla società civile ed al Terzo settore) e di  Manuela Bora ( nel campo delle pari opportunità e della recente legge regionale sulla cittadinanza globale). Bora nel 2018 e Mastrovincenzo nel 2019 hanno sostenuto la nostra idea  di dotare le Marche di una legge regionale sulla partecipazione. In particolare,  la proposta di legge sulla partecipazione che ha come primo firmatario A. Mastrovincenzo va approvata il prima possibile,  e poi implementata, finanziata anche per ciascuno dei cinque anni prossimi venturi, anche con investimenti consistenti.
Rispetto agli interventi di Matteo e Sabrina che mi hanno preceduto, dico che il 21 febbraio in questa Assemblea io stesso avevo suggerito di sostenere come candidato A. Longhi, quando il dibattito era fermo su " Ceriscioli si, Ceriscioli no".  Longhi rappresentava una visione di versa di come governare le Marche. La formula di Ceriscioli è forse stata troppo legata alla sue precedente esperienza di sindaco, quasi che governare le Marche fosse un pò come esserne il sindaco...
Dico che è ora di cambiare registro e di tralasciare la retorica del sindaco delle Marche. La nostra regione è plurale, complessa, non merita più drastiche semplificazioni. Ecco perché avevo fatto il nome di A. Longhi.
 
I Presidenti di Regioni rischiano di trasformarsi in "re" regionali: una volta vinte le elezioni, ci si rivede tra cinque anni. 
 
La mia preoccupazione è che questo ruolo dei Presidenti di Regione non vada più bene ad una forza come il PD. 
Che fare? Provo a rispondere intercettando anche il tema della valorizzazione della presenza delle donne in politica.
Propongo che il  nostro candidato M. Mangialardi accetti la costituzione di un Comitato di donne "sagge" che abbia un ruolo di discernimento quando si tratterà di raccordare la realizzazione del programma elettorale con il contesto legislativo e sociale che si dovrà affrontare:  pensavo, per questo Comitato di donne,  a competenze trasversali come quelle di donne teologhe,geografe, esperte in partecipazione, esperte di intelligenza artificiale, di conciliazione vita -lavoro)
 
Sul rischio che i circoli si tramutino in comitati elettorali di questo o quel candidato, suggerisco quanto segue: chiedere ai candidati di sottoscrivere un impegno a realizzare il programma del PD, prima ancora che sostenere le proprie carriere.
Dico anche che il fenomeno è fisiologico, perché si tratta di preferenze e quindi le liste non sono bloccate. Nel nostro circolo, veniamo da una storia critica, perché quando la candidata era Antonella, alcuni non hanno fatto campagna elettorale per lei. Così quando la candidata era Manuela, ugualmente alcuni di noi non l'hanno sostenuta.
Più di tutto, però, dobbiamo chiedere che il partito regionale organizzi annualmente incontri come questo, in cui i circoli possano ascoltare i candidati eletti che dovranno rendicontare periodicamente al partito il loro operato.
 
In ultimo, suggerisco che i candidati della provincia di Ancona vengano a fare una foto presso la casetta dei libri alle Cozze: la casetta venne promossa da alcune mamme, da me che vi parlo e sostenuta dal PD e da Matteo e realizzata dall'amministrazione di Sabrina. 
Ecco, una foto con la Casetta dei libri può essere emblema della campagna elettorale che vorrei: candidati attenti ai bisogni culturali e sociali dei cittadini, capaci di realizzare quanto a loro richiesto nel programma.