Democrazia e partiti. Se guardiamo al momento che vive il PD

Venerdì, 14 Luglio, 2023

Nell’attuale quadro politico ci si può chiedere se il PD con l’attuale segreteria possa rappresentare un fattore di rinnovamento della vita democratica del Paese. È un interrogativo che riguarda chiunque sia interessato alla vitalità del sistema democratico. La Schlein ha oggi la responsabilità di portare a sintesi istanze, aspettative e sensibilità non proprio convergenti all’interno del PD e di offrire una risposta a quanti hanno scelto di votarlo alle primarie. La domanda di chiarezza è grande e sconsiglia un unanimismo fittizio.

I risultati delle primarie hanno marcato una volta di più la distanza di larga parte del gruppo dirigente PD rispetto ad elettori e simpatizzanti. Ora il PD, per interpretare al meglio il ruolo, fondamentale nella vita democratica, di principale forza politica dell’opposizione parlamentare, deve presentare un profilo politico e programmatico chiaro, a partire da una valutazione approfondita, finora omessa, sui risultati delle elezioni politiche e regionali, così come servirà ripensare le primarie per non mortificare la comunità degli iscritti.  In un contesto deideologizzato il consenso si sposta su leadership personali, tuttavia è bene che la selezione della guida del partito sia frutto di scelte politiche chiare e non determinata esclusivamente dal carisma, spesso transitorio, del leader.

Ci si può inoltre chiedere, di fronte ad alcuni aspetti della proposta politica, se il PD possa rinunciare a quella pluralità di sensibilità che esige un’elaborazione culturale sui temi proposti dalla società civile e internazionale; una pluralità che non può risolversi in mediazioni frutto di equilibri interni più che di apertura e ricerca di sintesi efficaci.

La priorità è dare nuovo significato alla partecipazione democratica, attraendo fasce di popolazione che si sono allontanate. Per farlo saranno fondamentali i temi scelti. Per uscire dalla palude dell’astensionismo occorre delineare un profilo capace di cogliere interessi e attese dei cittadini. Non si tratta di inseguire cliché frequentati dalla sinistra di un tempo, né di dare la preferenza a temi che risultano di élite.

Le questioni in primo piano devono essere quelle che intercettano l’istanza di un umanesimo nuovo, che garantiscano il lavoro fonte di dignità individuale, con un salario minimo sostanziale, affrontando le diseguaglianze economiche e sociali crescenti, con un welfare a garanzia delle nuove povertà, con una redistribuzione reale del reddito. Allo stesso modo va considerata una tutela dell’ambiente, pensando alle future generazioni, una sanità efficiente che non rinunci ad essere pubblica, un progetto concreto di gestione della transizione in un quadro di sostenibilità economica e di politica dell’occupazione, una politica estera autorevole che affronti le ingiustizie planetarie fonte di migrazioni, di miseria e di guerre.

Si tratta di contribuire ad un umanesimo nuovo che sia la chiave di lettura anche delle istanze poste dai diritti civili, evitando una deriva individualista e unilaterale sui temi della famiglia, dell’omosessualità, della generazione della vita. Argomenti su cui la politica deve offrire mediazioni possibili.

Tra i principali temi da affrontare vi sono quelli messi in evidenza dal magistero di papa Francesco: da una visione di mondo da salvare con un’ecologia integrale che non mette al centro solo la natura ma la persona umana, il tema della pace e del disarmo nucleare che deve avere una sua concretizzazione nella soluzione della guerra in Ucraina, con una forte azione politica che consenta a quel paese di difendersi ma spinga sull’acceleratore per le trattative di pace.

La molteplicità e delicatezza dei temi su cui pronunciarsi chiede di porre in essere processi politici basati su una autentica mediazione democratica, che sola può dare voce a diverse matrici culturali e identitarie su cui, anche i cattolici impegnati politicamente nel centrosinistra, possono dare un contributo nella fedeltà alla storia del PD, nato come sintesi di più culture e in vista di un progetto politico riformatore in continua evoluzione.

Avrà il PD la forza di affrontare l’evoluzione di un sistema politico che chiede di essere rinnovato anche con alcune riforme incisive e però compatibili con la carta costituzionale? Molti sono gli interrogativi su cui si misureranno le scelte dei prossimi mesi e, con esse, la possibilità di un ruolo essenziale di quel partito nel quadro della vita del Paese. La mancata risposta aprirebbe la strada alla ricerca di differenti opzioni. La preoccupazione per il sistema democratico, infatti, porta a chiedersi se di fronte all’urgenza di culture politiche nuove non occorra misurarsi anche con la sfida di partiti nuovi.