In margine ai commenti seguiti alla scelta della consigliera regionale del Veneto di astenersi sulla legge del fine vita

Premesso che una legge in materia è di competenza del Parlamento, va detto che su questi temi non solo deve essere sempre prevista la libertà di coscienza ma la messa a punto di un testo deve essere fatta con grande equilibrio per la delicatezza del tema che tocca aspetti delicati e drammatici delle persone. Il PD avrebbe potuto ad esempio presentare degli emendamenti favorendo una sintesi rispettosa di più sensibilità. Tra l’altro quel testo di legge si pone in contraddizione con la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale che si riferiva ai primi articoli della legge 219 del 2017, approvata tra l’altro con i voti del PD, in cui si prevede la promozione di “ogni azione di sostegno al paziente medesimo, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica”, così come si prevede che sia sempre garantita al paziente “un’appropriata terapia del dolore e l’erogazione delle cure palliative”. In sostanza vi erano anche questioni di merito per non sostenere quella legge.
Andrebbe evitato di scadere in un dibattito che pare ideologico perché prescinde dai contenuti e allontana dal lavoro di sintesi che è specifico dell’azione legislativa.