Partecipazione innovativa: legge nazionale o soft-law?

Lunedì, 8 Gennaio, 2024

Quanto segue è Un contributo in vista del luglio 2024,  quando a Trieste si svolgerà la 50 esima Settimana sociale dei cattolici. Al cuore della Democrazia – Settimane Sociali.

 

Il 12 dicembre 2023 ha avuto luogo, in modalità online, un Seminario promosso da OGP-Hub della Partecipazione e dalle Organizzazioni della società civile (OSC) cha hanno animato l’azione 3.01 sul dibattito pubblico, all’interno del 5 Piano NAP- 5 Piano di azione per il governo aperto.

Il Seminario ha avuto come titolo: Partecipazione per la qualità delle opere pubbliche. Bilancio su attività e prospettive.

Il Seminario è stato un efficace modo per concludere due anni avvincenti e coinvolgenti, che ha visto le pubbliche amministrazioni in dialogo con le OSC (organizzazioni della società civile, tra cui Argomenti 2000 di cui sono membro) per conoscere il dispositivo partecipativo del dibattito pubblico pria di una grande opera.

 Durante quell’incontro è stato anche presentato lo scenario del futuro impegno nell’Hub della partecipazione, a cura del Dipartimento della funzione pubblica, dal momento che l’azione 3.01 sul dibattito pubblico aveva come data di scadenza il 31 dicembre 2023.

Sono intervenuti:  Isabella Mori (Cittadinanzattiva e parte dell’ Osservatorio Civico PNRR) , Antonello Fontanili (Uniontrasporti),  Angela Guimaraes Pereira ( EU Competence Centre on Participatory and Deliberative Democracy), Marco  Polvani (Action Aid), Giorgia Gaeta (Sogin), Claudia Casini ( Vice Presidente nazionale di Aip2- Associazione Italiana per la partecipazione pubblica), Giovanni Moro (Docente universitario alla Sapienza), Sabina Bellotti (Referente nazionale per le politiche di Open Government del Dipartimento della Funzione Pubblica), Fabio Riva (IAF- Associazione per la facilitazione), Iolanda Romano (Esperta dell’area Partecipazione per la Task Force OGP Italia).

Qui un link per conoscere meglio l’Hub della partecipazione, che costituirà per molte OSC l’ambito di impegno successivo alla azione 3.01 sul dibattito pubblico.

Hub Partecipazione - ParteciPa

Qui, invece, una notizia sul Seminario online:

Seminario_Bilancio su attivita e prospettive_2023.11.24_0.pdf (open.gov.it)

Il Seminario prevedeva un dibattito, tramite l’invio di domande in chat a relatrici e relatori.

Ne ho formulata una anche io, rilanciando un “cavallo di battaglia” di Argomenti 2000 precedentemente condiviso in Open Government Partnership: chiedere ai parlamentari italiani di approvare una Legge nazionale per la partecipazione pubblica, prendendo a modello quanto già esiste in Toscana, Emilia Romagna, Puglia (vorrei aggiunger anche nelle Marche, ma, benché esista la legge regionale n.31 del 2020 sulla partecipazione marchigiana- a noi carissima, la Regione non la ha mai finanziata…).

Qui un promemoria sulla legge Marche…

La legge Marche sulla partecipazione va finanziata! | Argomenti 2000

Durante il dibattito sulle nostre domande, alcuni tra i relatori avevo espresso una preferenza per  il soft- law, cioè per delle Linee guida per il coinvolgimento dei cittadini nelle politiche pubbliche.

Da quel giorno, mi è nato il cruccio: meglio una Legge nazionale o sono bastevoli delle Linee- guida?

Su queste tematiche, Chiara, carissima amica di Aip2, mi ha poi segnalato una recentissima Raccomandazione dell’Unione Europea sulla promozione del coinvolgimento e della partecipazione effettiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche (C/2023/8627 final).

EUR-Lex - C(2023)8627 - EN - EUR-Lex (europa.eu)

La raccomandazione, per una felice coincidenza, è stata approvata il 12 dicembre, il giorno stesso del Seminario online!!!

La raccomandazione mira a promuovere la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile all'elaborazione delle politiche pubbliche per contribuire a rafforzare la resilienza democratica nell'Unione. Esorta gli Stati membri ad offrire ai cittadini e alle organizzazioni della società civile maggiori opportunità di partecipazione effettiva ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche condotti dalle autorità pubbliche a livello locale, regionale e nazionale, in linea con le norme e le buone prassi consolidate. Si raccomanda agli Stati membri di creare e mantenere un ambiente sicuro e favorevole per le organizzazioni della società civile, che permetta loro di partecipare effettivamente ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche. Gli Stati membri dovrebbero adottare misure effettive, adeguate e proporzionate per tutelare, sostenere e responsabilizzare le organizzazioni della società civile al fine di realizzare uno spazio civico prospero.

La domanda iniziale si rafforza. “Legge nazionale o Linee Guida?”

Secondo me è preferibile una Legge approvata dal nostro Parlamento e provo ad offrire alcune motivazioni:

  1. Le linee guida per le consultazioni pubbliche esistono dal 2017 ( Linee guida sulla consultazione pubblica in Italia (funzionepubblica.gov.it)) ; a mio avviso sono ignorate da moltissimi funzionari PA e da tantissimi cittadine e cittadini. Invece nel caso di un atto legislativo parlamentare, come dice l’adagio latino…ignorantia legis non excusat. Cioè una Legge approvata dal Parlamento fa nascere un obbligo di essere conosciuta e conseguentemente applicata…
  1. Inoltre, la legge può avere una capacità di imperio che il soft- law per definizione non ha, essendo basato sul nudging, sulle piccole spinte gentili verso una meta.
  1. Infine, la legge può disporre finanziamenti pubblici per finanziare percorsi partecipazioni locali (come avviene nelle tre regioni che ho citato: Toscana, Emilia-Romagna, Puglia), mentre non credo che il soft-law possa avere capacità di spesa finanziaria, almeno per quanto riguarda soldi pubblici!

Delle care amiche mi hanno fatto notare che una legge da sola non serve, perché, prima di una legge, è necessario far maturare una cultura, che nasce solo da piccoli step, da piccole prassi condivise… I finanziamenti sono risorse sprecate se non vi è prima una cultura partecipativa. Per tali voci amiche è preferibile il soft-law, in quanto potrebbe bastare valorizzare e far emergere la partecipazione che già c’è, che ci gira intorno nei quartieri, nelle scuole, nei condomini e nei parchi, etc.

Ma non sono convito, dal pur autorevole ragionamento che riporto per completezza.

Perché?

Perché dietro una legge parlamentare c’è un intero popolo rappresentato dalle forze politiche di maggioranza e dalle opposizioni, ma anche dai soggetti auditi nel processo legislativo, in audizioni pubbliche: organizzazioni, comitati, associazioni, accademici e scienziati… Anche nella elaborazione delle soft-law vi è un dibattito plurale, ricco, avvincente, ma non potrà mai essere inclusivo come un percorso di formazione di una legge parlamentare…

Ancora…Legge o soft-law?

Sembra una discussione campata in aria…pertanto provo a radicarla all’interno del dibattito sulle riforme istituzionali.

La politica nazionale ha recentemente iniziato a discutere di premierato e di rafforzamento dell’Esecutivo, in ossequio della “logica del mandato elettorale a fare”.

Parlamento Italiano - Disegno di legge S. 935 - 19ª Legislatura (senato.it)

Una proposta legittima, ma è quel che serve alla democrazia italiana per essere rinvigorita?  Infatti, elezione dopo elezione, le quote di cittadini che scelgono l’astensionismo desta sempre più allarme e preoccupazione per la tenuta del sistema delle libertà, dei diritti e dei doveri. L’applauditissimo film di Paola Cortellesi, C’è ancora domani ci ha ricordato opportunamente la “salvezza” ed il “riscatto” che derivano a donne ed uomini da una nutrita, corale partecipazione elettorale!!!

Che sguardo avere?

Per quanto posso capirne io, dal basso, è necessario, oggi, qualcosa di diverso dal premierato eletto direttamente.

Il nodo culturale è che una "democrazia decidente" è un refrain vecchio. Ed il premierato direttista risponde ancora a questo refrain. E’ un modo semplicistico per rispondere a questioni complesse: cambiamento climatico, globalizzazione senza diritti, diseguaglianze in aumento, guerre,etc.

Accanto a questi scenari, si allarga una voragine.

E’ è una voragine simbolica: i cittadini hanno disimparato a riconoscersi uguali, a fermarsi per solidarizzare, per affrontare in solido la vita con le sue tragedie e gioie.

Quel che manca è la "democrazia conversazionale", su cui si impianta la Repubblica parlamentare.

Che fare?

Tempo fa, su Coscienza (rivista del Meic) e su Testimoni nel mondo (rivista dell’Opera della Regalità) avevo  esposto le condizioni per raggiungere un sogno: che ogni Comune italiano realizzi un bel percorso partecipativo (coordinato da un esperto facilitatore, equivicino alle parti) ogni anno, per i prossimi dieci anni.

Se i Comuni sono 8 mila circa, ipotizzando di investire almeno 10mila euro a percorso partecipativo comunale, sarebbero necessari 80 milioni di euro annui. Una cifra ingente, ma tutto sommato equa se tali finanziamenti contrasteranno la epidemia di astensionismo e disperazione verso e contro la democrazia, con il rischio di aprire finestre infauste per sistemi autoritari indigesti…

Piuttosto che con il premierato direttista, la voragine simbolica si può colmare con …80 milioni di euro anni che finanzino 8 mila percorsi partecipativi dove le persone diverse eppure  uguali  (anziani, giovani, ragazzi, lavoratori, disoccupati...) si incontrano per affrontare temi comuni, coordinati da una facilitatrice competente in ascolto attivo.

Aip2 ha raccolto alcuni esempi di percorsi partecipativi a cui rimando con piacere: Le sfide della partecipazione pubblica in Italia – AIP2 Italia

Per organizzare un percorso partecipativo di qualità all’anno, sino al 2035, occorre volontà politica, poteri, compiti, figuri e risorse: appunto ciò che una Legge nazionale può garantire…

Del resto la già citata Raccomandazione UE 8627 del 2023 invita gli Stati a “disporre di un quadro politico o normativo ben definito per la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile che specifichi gli obiettivi, le procedure e i soggetti interessati”.

In questi giorni, ho appreso dal nostro Presidente nazionale di A2000, E. Preziosi, che egli ha avviato una interlocuzione con alcune associazioni come le ACLI e l’Azione Cattolica Italiana per sostenere la idea di una legge nazionale per la partecipazione pubblica.

Trovo importante questo tentativo di allargamento di una questione decisiva per il bene comune della nostra Repubblica. Tanto più che la interlocuzione avverrà nell’anno della 50 esima Settimana sociale dei cattolici che avrà luogo a Trieste con il titolo: Al cuore della democrazia.

Il mio augurio per questo nuovo anno è che sia propizio ad A2000 per avviare un dibattito plurale sulla opportunità di una legge nazionale per la promozione della partecipazione innovativa e dal basso.